QUI POSTULAZIONE # 37 ▪ Ricordando P. Valeriano Fraccaro a cinquant’anni dalla morte
Tutto può accadere. Anzi, tutto accade. Senza quel “può”, perché Dio sa.
Questo anche per Padre Valeriano Fraccaro, classe 1913, ucciso il 28 settembre 1974 a Hong Kong – per motivi tutt’oggi ancora sconosciuti alla polizia – con un colpo di mannaia nella cucina della sua abitazione. La cucina, il cuore della casa la cui porta sull’esterno teneva sempre aperta come il suo cuore. Aperto per accogliere, ascoltare e aiutare il prossimo… fosse questi anche uno di quei maoisti che in Cina lo avevano espulso nel 1952 dopo quindici anni di missione.
Costretto a lasciare la sua Hanzhong, da allora aveva iniziato ad occuparsi dei cinesi fuggiti dalla Cina e a creare piccole comunità come quella di Cairn, nei Nuovi Territori, dove insegnava il catechismo e celebrava la messa sulle barche.
Per loro, boat people, si prodigò anche per offrirgli case sulla terraferma fatte realizzare dai disoccupati della zona giustamente retribuiti. Coi proventi degli affitti, si sarebbero realizzati nuovi alloggi per i bisognosi, sempre nella baia di Sai-kung, una delle più belle della zona. Terreno allettante per gli immobiliaristi per i quali la sua iniziativa era certamente d’ostacolo ai loro investimenti.
Forse questa ingerenza a buon fine sui loro progetti può esser stata la causa della morte, per mano di un loro sicario. Certo è che, se anche la sua uccisione sia stata dovuta a una delle tante bande che negli ultimi tempi andavano ricattando e compiendo rapine e delitti a Cairn, egli è morto come Testimone della Fede, ottemperando a quanto scritto il 31 agosto, a quasi un mese dalla sua morte: «Penso di lavorare come prima, e continuerò finché avrò vita».
Di lui ha così testimoniato una sua giovane catechista: «Conobbi Padre Valeriano nel 1965, appena arrivò a Cairn perché allora frequentavo la scuola superiore della missione. Sorrideva sempre. Era buffo con quel paio di occhiali fuori moda che gli scivolavano spesso sul naso. L’unica cosa che immediatamente attraeva era il suo sorriso. All’inizio Al momento poteva apparire di una “bambinesca semplicità”, ignara dei problemi; ma vivendo accanto a lui mi sono accorta della sua profonda conoscenza della realtà e della sua capacità di discutere e approfondire le cose. Un fatto indubitabile è che era accolto da tutti: vecchi, bambini, giovani: con ognuna di queste categorie di persone sapeva adattarsi e vivere all’unisono».
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