QUI POSTULAZIONE #15 ▪ Giovanni Battista Mazzucconi da quarant'anni Beato
Giovanni Battista Mazzucconi da quarant’anni Beato
Roma, Basilica di San Pietro, 19 febbraio 1984. Giovanni Paolo II dichiara Beato Giovanni Battista Mazzucconi, martirizzato in Oceania nel 1856, a sei anni dalla fondazione del suo Seminario delle Missioni Estere di Milano. Il 30 luglio 1850 era stato tra i primi alunni a dargli vita, novello sacerdote ordinato il precedente 25 maggio nel Duomo della città di Milano dove era nato l'1 marzo 1826.
Da Milano, dove era nato l'1 marzo 1826, parte nel 1852 per assolvere al primo incarico affidato da Propaganda Fide al suo Istituto: guidare il Vicariato apostolico di Micronesia e Melanesia dopo la rinuncia dei Padri Maristi. Un compito forse troppo oneroso per chi come lui e i suoi compagni, diversamente da quei missionari, era alla prima esperienza evangelizzatrice. Non tanto per il dover affrontare carestie e malaria per i quali i loro corpi si debilitarono e uno dei catechisti perse la vita; quanto nell’abbattere gli ostacoli che impedivano l’instaurarsi di qualsiasi dialogo costruttivo con le popolazioni di quelle isole. Ad iniziare da quelle di Woodlark e Rook (oggi Uroie sulle quali essi avviarono le loro stazioni missionarie e che decisero di lasciare dell’agosto 1856 per tornarvi dopo aver ricevuto ordini in merito da parte dei loro Superiori e di Propaganda Fide.
Invitato dal Superiore della Missione a trascorrere un periodo di riposo a Sydney per ritemprare il fisico gravemente compromesso, Mazzucconi venne ucciso proprio dagli isolani di Woodlark quando fece ritorno in missione dopo circa quattro mesi di assenza.
Fu nel settembre di quel 1856, in un giorno non precisato quando già i suoi confratelli erano in rotta per l’Australia dove speravano non fosse già partito. Una partenza anticipata anche per mettere in salvo la vita durante una faida tra i clan locali. Saliti a bordo della nave incagliatasi nella rada prospicente il loro villaggio, essi, dopo aver finto di accoglierlo benevolmente, uccisero alcuni membri dell’equipaggio, gli si avventarono addosso, lo decapitarono con una scure e ne gettarono in mare la testa ed il corpo.
Del suo martirio, menzionato nell’allegato testo dell’omelia tenuta nella Messa per la beatificazione, si ebbe notizia solo nell’aprile 1857 al ritorno a Sydney della nave inviata a cercarlo.
Proprio da Sydney il 20 aprile 1855 così scriveva Padre Giovanni Battista Mazzucconi al Direttore del suo Istituto, Don Giuseppe Marinoni, circa la missione fino ad allora svolta assieme ai suoi compagni.
«Ora io arrivato qui a Sydney ieri sera, trovo i compagni tanto aspettati (dall’Italia, n.d.r) non vengono, che il nostro Seminario ha ricevuto altre incombenze, che in fine si dubita di queste missioni. Quali esse siano lo potrà in parte ricavare dalle lettere del buon prefetto (padre Reina, n.d.r.) e del Padre Salerio. Ora io credo di dovermi prender la libertà di manifestare fatti e intenzioni che non si trovano in quelle lettere. Il Padre Salerio da vari scritti a vari pare che sia proprio ridotto in uno stato di quasi impotenza e dimanda con istanza che gli si sostituisca un altro Superiore, perché dice, non vuol pensare che a morire. Il P. Reina mi diceva che lo stabilimento di Rook bisogna trasportarlo altrove; che il cuore basta a morire, ma non regge all’idea di mettere altri compagni a tale prove.
Quando allo stato dei poveri naturali, lo vedrà dalla lettera che il P. Reina scrive ai Vescovi, sono affatto bassi e non abbiamo ancora fatto nulla direttamente. Il cuore si riempie di lacrime all’idea di abbandonare anche solo per ora tanti popoli che vi sono in quelle isole, il meglio sarebbe per avere mezzi e ministri per tutti, ma se la carità è costretta a scegliere, ad eleggere un popolo e abbandonare un altro, ogni uomo, il più zelante per il Signore e la religione, dirà che il meglio è scegliere popoli un po’ più vicini allo stato civile, più prossimi a dare qualche frutto e che non richiedono mezzi tanto enormi. C’è un grado di abbrutimento dal quale gli uomini si rialzano d’ordinario, più è per la stanchezza e l’opera del tempo che alla voce di alcuni loro simili. Non bisogna disperare, anzi, tutta la fiducia, ma bisogna scegliere dove gli ostacoli sono anche univocamente minori […]».
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