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QUI POSTULAZIONE #96 - «Se si guardasse ai pericoli… allora addio lavoro missionario»

Settanta anni fa, l’undici dicembre 1955, veniva ucciso Padre Eliodoro Farronato, quarantatreenne missionario del PIME in Myanmar.

Il suo corpo venne ritrovato dopo alcuni giorni di ricerche nel greto di un torrente: solo i piedi apparivano dalle pietre che lo ricoprivano. Recava quattro colpi d’arma da fuoco sul petto e indosso aveva la tonaca lacerata con nelle tasche ancora del denaro perché non si trattò di rapina.

A ucciderlo, forse proprio perché sacerdote, furono i comunisti cinesi del Kuo-Min-Tang.

Gli mancavano allora solo 11 delle 1.600 miglia che aveva deciso di percorrere a cavallo da Kengtung venuto meno il più sicuro passaggio su un camion militare diretto alla sua missione di Mongyong. Lì, infatti, erano di stanza i militari che il governo aveva inviato per contrastare lungo il confine quel movimento reazionario.

Nel luogo di partenza sarebbe tornato dopo le festività per fare gli esercizi spirituali e, come concordato col suo vescovo che lo aveva convocato tre mesi prima, vi avrebbe dato alle stampe la traduzione in lingua Lahu e Akha dei vangeli, delle preghiere e dei canti che aveva completato durante quel breve soggiorno.

I confratelli e i militari lo avevano esortato a rinviare la partenza, ma lui, che voleva essere con la sua comunità per Natale, era partito ugualmente perché, come era solito dire: «Se si guardasse ai pericoli non si andrebbe più in questi paesi e allora addio lavoro missionario».

Il 14 dicembre le sue spoglie raggiunsero Mongyong e l’indomani, dopo gli onori militari e le preghiere rituali officiate dal catechista, iniziarono ad essere visitate dai fedeli in attesa che potessero riposare accanto a quelle del fratello Antonio, morto di febbre nera nel 1931. Anche lui del PIME, era deceduto tre anni prima della sua partenza per la Birmania, l’attuale Myanmar dove l’Istituto gli aveva permesso di continuarvi la missione.

Alcune sue reliquie, assieme ad altre di Padre Antonio, oggi sono custodite accanto alle spoglie dei genitori nel cimitero di Romano d’Ezzellino, paese del padovano con «Via Don Eliodoro Farronato» e una scuola paritaria che porta il nome di «Fratelli Missionari Farronato». 

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