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QUI POSTULAZIONE #30 ▪ Duecentoventiquattro candeline per Ramazzotti

Ricordando oggi la nascita del Venerabile Angelo Ramazzotti, pubblichiamo l’incipit della sua biografia redatta da Don Pietro Cagliaroli, che gli fu segretario negli ultimi quattro anni di episcopato e per tutto il patriarcato. Pubblicata nel 1862 col titolo Vita di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignore Angelo Ramazzotti e rieditata nel 2015 dall’Ufficio Storico del PIME con nuove note, essa costituisce uno strumento impareggiabile per conoscere la personalità e la spiritualità del Ramazzotti «tanta è l’abbondanza dei fatti – come scritto dall’Autore – che altamente ragionano della sua pietà, dello zelo, d’una carità sopra tutto che mai non conobbe confine».

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LIBRO PRIMO

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 Capo I

Nascita, studii, virtù giovanili

 ANGELO RAMAZZOTTI, di cui con animo divoto imprendiamo a raccontare la storia, trasse i natali in Milano, l’anno del Signore 1800, ai 3 di agosto, dal ragioniere Giuseppe Cristoforo Ramazzotti e Giulia Maderna. Il giorno appresso fu battezzato in s. Agostino, succursale di s. Ambrogio e, al nome di Angelo, che non ismentì mai, fu aggiunto l’altro di Francesco. Non ispiacerà, credo, al lettore di sapere ch’ebbe a ministro del Sacramento della sua spirituale rigenerazione, il suo antecessore alla sede Vescovile di Pavia, Monsignor D. Luigi Tosi, allora Canonico coadjutore della Parrocchia di s. Ambrogio. Bene avventurato nei genitori che gli diedero la vita, meglio che per l’agiata loro condizione, per l’interezza di costumi, e la specchiatissima religione che li rendevano commendabili davanti a Dio e agli uomini. Il padre di lui, sig. Cristoforo, oltrechè savio nell’amministrare il proprio e l’altrui, ed ottimo capo di famiglia, costumava d’ascoltare ognidì la s. Messa, di visi­tare Gesù in Sacramento, di recitare ogni sera colla sua gente il Rosario, e devoto alle persone ecclesiastiche ne amava la conversazione. Sua madre, signora Giulia, era lo­data da tutti per donna di raro senno, di grande pru­denza, di una pietà non punto spigolistra, ma schietta e soda, che informa l’animo al sacrificio e lo rende amoro­samente soggetto al Divino volere. E frutto primaticcio del timor santo di Dio e dell’abborrimento ad ogni minima colpa, a cui la pia genitrice veniva educando dall’età più tenera questo caro suo figliuoletto, lo abbiamo nel fatto seguente. Un dì, piccino ancora, entrò in una vigna. La vista dell’uva, che pendeva matura dai tralci, gli fece nascer voglia di mangiarne un grappolo, ma per non recar danno al padrone, nella sua semplicità ed amore alla giustizia, pose lì a pagamento una piccola moneta, credendo che il padrone, il solo padrone l’avrebbe raccolta. 

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